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Il Museo Paleontologico di Montevarchi è parte dell’Accademia Valdarnese del Poggio.
Il nucleo originario della collezione si costituì intorno al 1809 a partire da una raccolta donata dal Monaco di Vallombrosa Luigi Molinari. Georges Cuvier, fondatore della paleontologia moderna, studiò questi primi reperti che erano allora conservati nei locali del convento dei Minori Francescani a Figline Valdarno. Dal 1829 la collezione viene esposta ed è visitabile al pubblico a Montevarchi nell’antico convento di San Lodovico.
L’allestimento museale ottocentesco organizzava ed esponeva le collezioni dei reperti rinvenuti durante tutto il XIX secolo.
Oggi dopo un lungo intervento di restauro e riallestimento contemporaneo il Museo Paleontologico si compone di circa 1600 reperti. Fossili vegetali e fossili animali, di età compresa fra il Pliocene superiore e il Pleistocene inferiore, provenienti quasi esclusivamente dalle savane preistoriche del Valdarno Superiore.
Tra gli esemplari più interessanti del museo lo scheletro di Gastone il mammuth meridionale quasi completo, le cui zanne hanno lunghezza di 320 cm., il cranio della “Tigre dai denti a sciabola”, i crani di Istrice etrusca e del Canis etruscus, la tana delle iene giganti. L’ultima acquisizione consiste in resti fossili di Elephas antiquus rinvenuto a Campitello di Bucine nel 2001, la cui importanza risiede nel fatto che qui sono stati trovati anche “utensili umani” tre punte di lancia in pietra.
Il mammuth meriodionale viveva in ambiente aperto con scarsa copertura boschiva, in Italia arrivò solo 2.6 milioni di anni fa.
Di grandi dimensioni fino a 4 metri di altezza al garrese, una volta cranica elevata e difese (zanne) ricurve verso l’alto.
Si cibava prevalentemente di piante erbacee, foglie e più raramente di corteccia.

Il Valdarno Superiore per le sue caratteristiche geologiche è stato, ed è, un grande bacino fossilifero,
non solo in tempi moderni è stato luogo di studi e di campagne di escavazioni da parte di Scienziati italiani ed europei. Anche Leonardo da Vinci osservò ed annotò la presenza di animali apparentemente marini imprigionati nelle sabbie gialle delle Balze rimanendone incuriosito ed affascinato.
Curiosità ed entusiasmo manifestati anche dai Valdarnesi di tutte le classi sociali che spesso dopo il casuale ritrovamento dei reperti fossili donavano le loro scoperte all’Accademia del Poggio intuendone forse la loro preziosità.

Anche se l’inglese John Murray scriveva nella sua Guida del Centro Italia del 1843: «A Montevarchi ha sede l’Accademia Valdarnese il cui museo ospita una ricca collezione di fossili che merita una visita da parte del viaggiatore che si interessa di scienza. Ma gli abitanti, che ignorano la storia naturale, sostengono che per questa via sia passato Annibale e dunque ritengono che quelle ossa siano i resti degli elefanti cartaginesi»

John Murray, Handbook for Travellers in Central Italy, London, 1843, pag. 206

https://archive.org/stream/handbookfortrav23firgoog?ui=embed#page/n250/mode/1up

Altro rinvenimento spettacolare dato dalla sua totale interezza è “Pietro” un mammuth meridionale rinvenuto nel 1953 a Montevarchi, conservato dai sedimenti alluvionali del Borro al Quercio e scoperto durante i lavori di preparazione per piantare una nuova vigna.
Si trova esposto a Firenze nel Museo di Storia Naturale in via G.La Pira n.4 (Piazza San Marco).

Museo Paleontologico
Via Poggio Bracciolini, 36-40
52025 Montevarchi AR
tel.055981812
Aperto dal Giovedì alla Domenica, dalle 10:00 alle 13:00 e dalle 15:00 alle 18:00
https://www.facebook.com/museopaleontologicomontevarchi

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